Twitter per rispondere in 140 caratteri, facebook per ritrovarsi sempre e comunque e dialogare anche solo con una ‘faccina’, dirette web per raggiungere chi non può essere presente all’appuntamento, spot al cinema, radio e tv per comunicare quanto fatto e quanto ancora ci si impegna a fare per la città da amministratori concittadini. Ma anche, ed è forse la sfida più moderna, il comizio in piazza, dal baldacchino posticcio, mentre il microfono fa le bizze e ti costringe ad alzare la voce per attirare l’attenzione della mamma con il passeggino, dei fidanzati che passeggiano, dell’anziano con la borsa della spesa.

Il sindaco Piercarlo Fabbio e l’assessore Serafino Vanni Lai hanno creduto a un piacevole amarcord elettorale e in un’accogliente piazzetta Marconi, in un sabato pomeriggio di fine aprile, hanno invitato gli alessandrini a discutere insieme della città. “Per presentare – ha esordito il capolista di ‘Più Alessandria’ – il programma per i prossimi cinque anni, scritto con la mente e il cuore. Più sicurezza, più ambiente, più salute, più impegno. Il dissesto, di cui troppi si riempiono la bocca, avremmo dovuto dichiararlo noi appena arrivati a Palazzo, ma non lo abbiamo fatto per il bene di Alessandria, decidendo invece di lavorare da subito per non rischiare di farla affondare. Abbiamo lavorato con onestà, investendo per 138 milioni di euro, mettendoci sempre a disposizione di tutti, di persona nei nostri uffici e non via fax come erano soliti i nostri predecessori. Non abbiamo mai rubato e nessuno può permettersi di dare dei ladri a chi ha avuto sempre e solo come fine la crescita della città, il meglio per Alessandria, mettendo anche a repentaglio la propria salute”.

“Le elezioni amministrative riguardano la nomina di un sindaco e la costituzione di un consiglio comunale – ha ricordato il sindaco Piercarlo Fabbio – e di Alessandria si sarebbe dovuto parlare in campagna, di dove portarla per continuare a darle nuove opportunità di sviluppo. Anche sorridendo e non rassegnandosi a un lutto perenne. Noi in questi cinque anni abbiamo già reso il Comune più leggero, senza vendere nulla se non concessioni o licenze che hanno permesso di mantenere e migliorare i servizi, dalle farmacie ai rifiuti. Abbiamo messo in campo, primi in Italia, operazioni di grande creatività, che ci sono state contestate salvo poi sentirle indicare dai ‘tecnici’ come ricette salvapaese. Il tutto ingessando il debito pesante ricevuto in eredità. Peccato che su sedici candidati, quindici abbiamo perso l’occasione di pensare alla città. Troppo impegnati a criticare il sedicesimo, non hanno saputo fare proposte. Gli alessandrini si meritano altro”.