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Reddito di cittadinanza e invalidi
La Presidente provinciale degli
invalidi civili (ANMIC) di Alessandria, Maria Luisa Cotroneo, si attendeva che
dopo mesi di ripetute promesse sul nuovo reddito di cittadinanza, giunti alla
fase operativa, fosse decente che tale provvedimento avrebbe dovuto
“automaticamente” innalzare tutte le misere pensioni di invalidità, ancora ferme
a 285 euro al mese. Invece oggi “prevale fra i disabili – rimarca
la Cotroneo - delusione e sconcerto.”
Ci aveva pensato già qualche
ora fa il Presidente nazionale Nazaro Pagano ad evidenziare le ragioni di tale
insoddisfazione:
“Il testo sul reddito di cittadinanza finalmente presentato ieri sera dal
Governo delude le legittime aspettative di migliaia di cittadini con disabilità
che in concreto si vedranno esclusi, nella stragrande maggioranza dei casi, da
ogni beneficio collegato all’introduzione del reddito di cittadinanza. In questa
nuova guerra fra poveri innescata da tale misura il mondo della disabilità viene
anzi danneggiato. Sarebbe stato più semplice ed equo garantire a tutti un
semplice aumento seppur minimo dell’importo, compatibile con la copertura
finanziaria disponibile, mantenendo così fede alle promesse elettorali.
Consapevoli delle difficoltà di bilancio - aggiunge Pagano
– noi della Anmic avevamo nei giorni scorsi anche fatto pervenire
al Governo una serie di richieste concrete per migliorare il testo della bozza
di decreto.”
In particolare, la ANMIC aveva
chiesto l’eliminazione dal concetto di reddito familiare delle prestazioni
economiche (assegno mensile e pensione di inabilità 100%) in godimento degli
invalidi civili che rendono maggiormente disagiata la posizione delle famiglie
che hanno al loro interno una persona disabile. Basti pensare che la
presenza in un nucleo familiare di due soggetti disabili beneficiari di
trattamenti economici (285 euro al mese) comporta automaticamente l’esclusione
della famiglia all’accesso al reddito di cittadinanza.
Era poi stata prospettata la
possibilità di considerare i soggetti disabili, percettori di prestazioni
assistenziali, di essere considerati nucleo autonomo rispetto alla famiglia
anagrafica, con la previsione della integrazione di assegni e pensioni 100%
fino a raggiungere le soglie previste per il reddito di cittadinanza. Infine,
era stata indicata l’opportunità per i disabili maggiorenni, non obbligati
alla stipula dei patti per il lavoro, di essere
inseriti a domanda in un apposito elenco dal quale essere chiamati per l’avvio
al lavoro secondo le modalità della legge 68/99.
“Il
provvedimento di legge appena approvato non ha invece tenuto conto degli
emendamenti proposti, ma l’ANMIC – dichiara il Presidente nazionale Pagano
- è da oggi già mobilitata per avviare una battaglia sui diritti dei disabili in
sede parlamentare, chiedendo ascolto a tutte le forze politiche che su questi
temi sapranno dimostrare maggiore sensibilità. Siamo comunque pronti anche ad
organizzare una mobilitazione nelle piazze, qualora i disabili fossero ancora
dimenticati. Speriamo che in tal caso anche la Fand, Federazione alla quale ci
onoriamo di appartenere, e anche la Fish, con la quale collaboriamo nel comune
interesse delle persone con disabilità, ci seguano in questa iniziativa.”
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