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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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05/11/2014

Ritratti dall'alba, il nuovo libro di Fabbio, si presenta

Dopo l'anteprima di mercoledì 5 novembre, sarà la volta dell'incontro con l'autore, Sabato 8 novembre alle ore 18, presso la libreria Ubik-Fissore di piazza della Libertà ad Alessandria

   

Ritratti dall'alba, il nuovo libro di Fabbio, si presenta

“Ritratti dall’Alba” è uscito nelle librerie proprio in questi giorni e sabato prossimo, 8 novembre alle ore 18, sarà presentato alla Ubik-Fissore di piazza della Libertà. Il libro prende le mosse da due fondamenti: la trasmissione “La mia Cara Alessandria” e il progetto “Ritratti dall’Alba”, che ha avuto svolgimento alcuni mesi fa con un corso sulla storia di Alessandria organizzato da EFAL-MCL e con la creazione di un sito www.ritrattidallalba.it che contiene la sezione storica delle nostre trasmissioni. Questi progetti culturali sull’identità di una città hanno avuto come partner la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

Di che libro si tratta? Beh, alla maniera de La mia Cara Alessandria sta a mezzo tra la narrativa e la saggistica storica. In realtà è un libro che vuole divulgare alcuni fatti successi in Alessandria e quindi può essere duplicabile con altri episodi che riguardino la storia della nostra città. Ecco come viene presentato nell’aletta della seconda di copertina:
“Mi sono perso tra le vie di una città che conosco a menadito. La nebbia è calata come faceva una volta. Era anni che non la vedevo più così. Alzo gli occhi per trovare la luce, un appiglio, un particolare che mi faccia capire dove sono. Inciampo nei lastroni sconnessi del marciapiede di granito. Loro sì che sono un elemento di continuità. Cambia la pavimentazione, ma loro resistono. Si assestano alla bell’e meglio. Come gli alessandrini…
Ora qualcosa ho individuato. Leggo a malapena, ma ho capito dove sono. Via Bergamo. Sotto la casa natale di Virginia Marini, una delle più grandi attrici del Teatro italiano dell’Ottocento. Poi insegnante di recitazione. Magari tra queste vie anche lei si è persa nella nebbia, quando, poco più di adolescente, tentava di raggiungere il teatro poco distante ove si esibiva il futuro marito…
Ecco, il problema non è partire dalla via dove sono nato anch’io, ma ritornarci dopo tanti anni, dopo un lungo percorso nel tempo e nello spazio, mai lasciando Alessandria, ma girandoci dentro come un tarlo nel legno, alla ricerca carsica di personaggi nascosti, storie poco sfruttate dagli annalisti locali, ragioni che non appaiono nella vulgata popolare dell’alessandrinità. Anzi, che la infrangono, pur spiegandola e negandola nello stesso tempo.
Ritratti dall’Alba sta tutto qui, tra racconto, mistero, storia, dialoghi impossibili, descrizioni… in uno sforzo erculeo per spiegare una città che invece cerca il nascondimento e rischia di trovare chiarezza. Anzi il chiarore di quando il giorno inizia, la notte termina e si accende una nuova speranza offerta da una nuova conoscenza del nostro passato.”

Ma il libro è anche un giallo, ovvero contiene misteriosi indizi in ogni capitolo che si sveleranno solo alla fine. Questi sono aspetti da non scoprire per non bruciare la sorpresa del finale. Meglio raccontare alcune cose che lo contraddistinguono.
Per esempio si parte dalla casa natale di Virginia Marini e vi si ritornerà alla fine. Il viaggio nello spazio non è lungo: via Bergamo, piazza Garibaldi, il centro città verso i giardini, un salto tra Pista e Cristo nella brughiera oltre le mura, il ponte Tanaro, la Cittadella e ancora via Bergamo. È invece enorme il viaggio nel tempo: dalle origini fino ai giorni nostri, con un velleitario tentativo di delineare il futuro come quando il libro racconta di ponti e si sofferma sul futuro ponte Meier.

Qualche altro esempio? Eccolo. Come parlavano gli alessandrini ai tempi della fondazione di Alessandria? Non è facile saperlo, anche perché esistono documenti scritti in dialetto, ma sono assai più vicini a noi nel tempo. Se ci fidassimo di Dante Alighieri, che è il padre della lingua italiana, gli alessandrini una lingua l’avevano certamente, ma cosa distantissima da quella del dolce stil novo. E Dante non ci tratta granché bene, almeno se deve collocare il nostro idioma nell’italiano: lingua di confine e quindi zeppa di contributi che si saldano assieme come nelle prose dei trobadori, che raccontano fatti, ma sono costretti a farlo di città in città, di piazza in piazza, di corte in corte.

Un altro fatto, ponte sul Tanaro a parte, riguarda Garibaldi. La detenzione dell’eroe dei due mondi nella Cittadella di Alessandria. L’arresto di Garibaldi era avvenuto su ordine dell’allora Presidente del Consiglio, l’alessandrino Urbano Rattazzi.
E proprio qui si inserisce un dialogo impossibile tra Giuseppe Garibaldi e il “garibaldino” d’Alessandria Giovan Battista Balza.

I dialoghi impossibili sono un'altra caratteristica del libro. Appaiono improvvisamente, rompono il ritmo del racconto e si impongono per essere racconto essi stessi. Tra il serio e il faceto aggiungono particolari, si occupano di descrivere personaggi che altrimenti sarebbero relegati a mere citazioni. Ma la domanda è una: quei dialoghi, pure invenzioni letterarie, sarebbero potuti avvenire proprio in questo modo oppure la loro aderenza alla realtà del tempo è vischiosa e lontana?

C’è tanto d’altro nelle circa 150 pagine edite dagli MF Studios di Matteo Forcherio, come, ad esempio l’idea della città del nascondimento, della bell’e calda di Savino e Toschi, delle cipie, delle mosche del Codex, dell’arco di via Dante, di Carystum e di Forum Fulvii, ma qui forse non è neppure più storia, ma archeologia.
Infine il libro è anche disponibile, oltre che nella libreria Ubik-Fissore, anche via web in e-commerce (http://www.scopriilmonferrato.it/?product=ritratti-dallalba), mentre in formato Kindle è contenuto nella grande biblioteca di Amazon. In preparazione la collocazione in iTunes come e-book


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