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06/05/2018

Un calendario impossibile per gli 850 anni di Alessandria

Gli autori, Albino Neri e Piercarlo Fabbio, lo hanno presentato al Museo della Gambarina tra villani, cavalieri, napoleonici e loro amanti, dotti, frati e un pubblico straordinario...

   

Un calendario impossibile per gli 850 anni di Alessandria

850 esimo di Alessandria calendario impossibile

È possibile pensare ad un’Alessandria, ormai ottocentocinquantenne, che rivede in un film in dodici sequenze la sua storia? Una sfida importante, ma vinta dal Museo della Gambarina quando ha deciso di improntare uno degli eventi dell’850esimo della fondazione della città su un’opera, il calendario impossibile della Mesopotamia padana, che Albino Neri (bella la sua citazione sulle fotografie che parlano e raccontano il genius loci degli alessandrini) e Piercarlo Fabbio, hanno redatto e confezionato alcuni mesi fa.

La presentazione di un calendario-libro (800 e 50 Alessandria d’argento, questo il titolo ufficiale, che si deve ad Efrem Bovo) dunque, ma arricchita da tutta una serie di interventi che ha reso molto dinamico il format, con autori utilizzati in siparietti, figuranti in costumi dell’epoca di fondazione, personaggi famosi come Napoleone, dotti, frati e nobili cavalieri.

Dietro a questo spettacolo vero e proprio, che è il marchio divulgativo del Museo della Gambarina, il lavoro di scrivere testi, individuare parti, dirigere gli attori non professionisti, individuare e scegliere i costumi più fedeli alle epoche rappresentate, affidato a Elena Garneri Ulandi e Piercarlo Fabbio. La soddisfazione del Museo? La sua gratificazione? Una sala piena all’inverosimile, non in grado di contenere tutti coloro che sono accorsi e che hanno riempito corridoi sale e salette, accontentandosi di sentire, più che vedere ciò che succedeva in uno spazio scenico allargato ove il pubblico, a sua volta, è stato uno dei protagonisti.

A spiegare l’evento ci ha pensato Teseo Sassi, un’altra delle anime del Museo, seguito da un profondo ragionamento di Antonio Maconi, che ha curato la postfazione del calendario e che ha voluto proiettare la sua visione a cosa ci rimarrà dopo l’850esimo, in modo che l’occasione di celebrare si materializzi poi in una costante attività di elaborazione dedicata alla città e al suo futuro.

Una discussione appena accennata che ha trascinato anche le numerose autorità comunali presenti, come il Sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco che non ha mancato di sottolineare il ruolo del Museo nella realtà alessandrina e proporre nuove iniziative, come quella che potrebbe vedere protagonisti il jazz e i Tre Martelli, che, presenti in formazione ridotta con Enzo, Andrea e Chacho, hanno intercalato gli interventi con la loro musica. Una musica che, anche quando si fa popolarissima, fa sentire non solo la professionalità dei musicisti (ricordiamo che i Tre Martelli hanno ormai compiuto “quarantunanni”), ma la loro costante ricerca tra le pieghe del tempo e dell’antropologia culturale.

Anche il Presidente del Consiglio Comunale, Emanuele Locci, ha voluto portare un indirizzo di saluto. Nelle sue parole il ricordo di quando Gianfranco Cuttica, Piercarlo Fabbio, Umberto Eco, Geo Pistarino e Soffietti hanno confermato ufficialmente la data del 3 maggio come quella della Fondazione. Erano gli ultimi anni del secolo scorso e lì iniziò la nuova stagione dei compleanni alessandrini e del Gagliaudo d’oro portati a compimento da Pierangelo Taverna. Un altro modo di mettere assieme coscienze diverse, anime politiche diverse, unite per il bene comune.

In sala il vicesindaco Davide Buzzi Langhi, l’assessore Monica Formaiano, i consiglieri Giuseppe Bianchini, Angioletta Poggio, Caterina Micò, Vincenzo Demarte, Maurizio Sciaudone, Carmine Passalacqua, Elisabetta Onetti, hanno potuto assistere ad un’altra performance di un maestro panificatore alessandrino, Mauro Sandroni (corso IV Novembre), che ha realizzato il pane della fondazione, il pane dell’850esimo con farine che all’epoca sostituivano frequentemente il frumento, cioè avena, segale, miglio, spelta, panìco, farro. La degustazione è avvenuta con il dovuto accompagnamento dei vini offerti dalla Pro Loco di Castelletto d'Orba.

E proprio sul pane si sono soffermati in chiusura Teseo Sassi e Piercarlo Fabbio che hanno voluto provare a leggere una pagina del loro libro in costruzione dedicato alla “vita quotidiana degli alessandrini al tempo della fondazione”: un dialogo fra i due autori che rende la lettura meno faticosa, ma anche una novità, perché anziché di grandi eventi, si scriverà di esistenze comuni. Ma questa è una storia che il Museo racconterà nel secondo semestre del 2018


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