Dimensione del carattere 

Martedì 24 giugno 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

Ricerca avanzata

01/06/2006

Tra Berlusconi e berlusconismo

Perché il berlusconismo è roba buona solo per titoli da giornali. Il destino di Forza Italia legato alla sua capacità di trasformarsi definitivamente in partito

   

Tra Berlusconi e berlusconismo

Tema del giorno: superamento del berlusconismo dopo la terapia criogena decisa dall’elettorato in sede di voto amministrativo. Svolgimento: stop alle certezze ed elencazione dei presupposti. Insomma, fotografia della realtà, prima di procedere con gli ipotetici scenari del futuro.
Perché se Berlusconi è quello che dicono essere i Moretti e compagnia filmante, cioè il "Caimano", allora la sua storia potrebbe essere all'epilogo, ma se non fosse così, le contromosse potrebbero non essere così banali o comunque essere assai lontane dai moduli suggeriti da una sinistra più che altro interessata ad indebolire l’avversario, e assai meno ad emendarsi per migliorare il sistema.
Se Berlusconi è invece la sublimazione della genesi della Seconda Repubblica, che, almeno per il centrodestra affonda le radici nella società civile (e per il centrosinistra nei ruderi dei partiti dell’ancien regime) e da lì non vorrebbe staccarsi, quasi sfuggendo alla necessità di creare una stabile classe dirigente che faccia della politica una sua ragione di vita a favore delle realtà amministrate, allora occorre che Forza Italia, in primis, decida una volta per tutte che il movimento, come nuovo modello per fare politica, non ha capacità di reggere il confronto con il partito, inteso come struttura stabile di intermediazione fra istituzioni e cittadini.
Se il berlusconismo é invece la culla del comitato elettorale come surrogato del partito, allora occorrerà prendere atto che non basta un episodico contatto con i votanti, scandito dagli appuntamenti alle urne, ma occorre una costante e continua azione di interesse per la collettività e i suoi problemi, per i cittadini e le loro esigenze. Cioè abbisogna una classe politica locale incardinata in partito che si occupi della comunità di riferimento con professionalità e risorse sufficienti. Solo così cresce una classe dirigente della CDL che comprenda, interpreti e risolva i problemi della comunità. E mi pare che il cosiddetto berlusconismo non impedisca certo questo processo. Anzi, la recente esperienza dei “Motori Azzurri” in Forza Italia va appunto in questa direzione e, guarda caso, l'organizzazione é stata voluta e presieduta da Silvio Berlusconi. Ergo non pare essere Berlusconi e il suo cascame, il berlusconismo, a risultare freno ad un’organizzazione seria e diffusa della presenza politica di centrodestra sul territorio.
Se il berlusconismo è invece la scorciatoia comodissima per vincere le politiche o andarci vicino, allora interesserebbe a coloro che ambiscono a governare le autonomie locali evitare di percorrerla, in quanto inutile per raggiungere il loro obiettivo.
Finalino: perchè il berlusconismo “non è” o non è quello che si dice? Perchè dal 1994 ad oggi il centrodestra è stato un’area politica caratterizzata dal work in progress, alla ricerca di una forte coesione, ma ora, anche in marcia per verificare, testare se la leadership di Berlusconi è ancora riconosciuta, riconoscibile ed aggregante. E ristrutturare il centrodestra è certamente azione indispensabile, ma farlo contro Berlusconi è inutile e dannoso. Meglio “con” Berlusconi. Il resto è berlusconismo… roba che funziona per i titoli dei giornali o per chi non vuole smettere di essere fazioso. Approfondire è altra cosa.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria