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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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18/11/2008

Muro contro muro. È un lusso per un Paese in recessione

Dal caso Englaro alla Commissione di vigilanza RAI, bisogna proprio lasciare spazio ai commedianti del teatrino quotidiano come Travaglio? La visione di Don Chisciotte

   

Muro contro muro. È un lusso per un Paese in recessione

La “Soluzione finale” del caso Englaro è stata decisa dalla Cassazione nel vuoto legislativo che affida alla magistratura l’interpretazione creativa della legge, sino alla formulazione de facto di una nuova norma che, in questo caso, decreta la morte della giovane in coma irreversibile.
Ciò che fino a ieri sembrava impossibile alla coscienza di noi cattolici è diventata drammatica realtà e impone al più presto una soluzione legislativa prodotta dalla sua fonte legittima, quella parlamentare, espressione della sovranità popolare.
Bene ha fatto il Presidente Formigoni a negare a tutte le strutture ospedaliere lombarde la possibilità di togliere l’alimentazione e l’idratazione nei casi come quelli dell’Englaro ed ora spetterà all’amico Tondo, presidente della regione Friuli V. Giulia, la drammatica scelta di autorizzare quanto richiesto dal padre di Eluana e sancito dalla Cassazione.
A parte alcune voci, come quelle dei vetero laicisti, proff. Umberto Veronesi e Stefano Rodotà, in questo caso la reazione delle forze politiche è risultata abbastanza unanime e ragionevole, nella dichiarata volontà di procedere al più presto ad una condivisa soluzione legislativa che tolga ogni possibile interpretazione arbitraria sul diritto di dare o togliere la vita ad una persona.
Almeno su questo, è il caso di dire, non abbiamo sin qui assistito al solito scontro tra laici e cattolici, anche se non mancheranno le occasioni in cui alla fine le scelte si imporranno mettendo a nudo la libera coscienza di ciascun parlamentare, rappresentante della volontà popolare.
Diversa la situazione sugli altri temi, che sono all’ordine del giorno della politica italiana: dalla crisi economica e finanziaria interna e internazionale - dopo che anche l’Italia, come la Germania, la Gran Bretagna e il Giappone, è entrata in una fase di “recessione tecnica” - a quella dei rapporti sindacali. Aspro è lo scontro sulla politica scolastica e dell’università e su quella più generale della modifica contrattuale salariale, dove, siamo ormai alla rottura netta del tessuto unitario, alimentata da un segretario della CGIL, Epifani, chiuso nel ridotto impotente del continuo NO, puntualmente schierato contro il governo Berlusconi con la pistola puntata dell’annunciato sciopero generale del 12 dicembre in aperto dissenso con gli altri sindacati.
In attesa delle prossime elezioni regionali abruzzesi, ringalluzziti dal risultato del voto trentino dalle motivazioni e interpretazioni assai ambigue, l’atteggiamento di chiusura aprioristica del sindacato, sostiene di fatto quella del Partito Democratico, dove ogni giorno di più sembra vacillare la leadership veltroniana, che, abbandonata ogni residua velleità di “vocazione maggioritaria”, è anch’essa votata all’inseguimento delle posizioni più estreme di Tonino di Pietro.
Tuttavia la situazione è in movimento. Dopo 43 votazioni andate a vuoto, la soluzione intervenuta per la presidenza della commissione di vigilanza sulla RAI, con la nomina del sen. Villari, segna una frattura netta all’interno della minoranza. Una soluzione che, mentre garantisce finalmente una guida ad un organo di estrema importanza istituzionale, costringe la solita “pasionaria di Sinalunga”, l’on Rosy Bindi, a scomposte reazioni al limite di improbabili e irragionevoli scelte di sapore aventiniano.
È tempo che anche in quel che resta del centro-sinistra si prenda atto della situazione, riconoscendo finalmente il diritto-dovere di governare da parte della maggioranza decisa dagli italiani; la quale, tuttavia, deve aprirsi ad un confronto con l’opposizione, tanto più necessitato dalla complessa situazione economica e finanziaria del Paese.
L’alternativa è lo stallo nel funzionamento corretto delle istituzioni e l’apertura di spazi troppo vasti per i Travaglio e i commedianti del teatrino quotidiano, usi a istillare dosi giornaliere di odio e di sfiducia insopportabili e che concorrono a creare un clima destinato a portare il Paese verso una deriva senza fine.

 

 

Don Chisciotte

 

radioformigoni, 17 novembre 2008

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria