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Domenica 21 dicembre 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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20/12/2025

Quando il commissario diventa il problema

Qui il problema non è tecnico. È politico, nel senso più alto del termine. Perché quando la burocrazia decide di ignorare il contesto, le persone, la storia di una comunità, smette di essere uno strumento dello Stato e diventa un ostacolo

   

Quando il commissario diventa il problema

Castelletto d’Orba è oggi un paese tappezzato di manifesti. Non per una festa, non per una campagna elettorale, ma per denunciare un’inerzia che sta diventando intollerabile: quella del commissario prefettizio. Una protesta che non nasce da interessi di parte, ma dalla difesa di un presidio civico essenziale come la Pro Loco, che da decenni opera nell’interesse dell’intera comunità.

Dopo le dimissioni dell’amministrazione comunale – espressione di una sola lista – la gestione del Comune è stata affidata a Eugenio Licata, con il compito limitato e chiaro di garantire l’ordinaria amministrazione fino alle elezioni di primavera. Ordinaria, non arbitraria. Amministrazione, non paralisi.

Eppure, proprio sotto la gestione commissariale, si è scelto di non dare seguito a una vicenda già definita dall’amministrazione uscente, rimettendo in discussione un accordo concordato tra Comune e Pro Loco che richiederebbe soltanto un atto finale. Una firma. Nulla di più. Nulla di meno.

Qui il problema non è tecnico. È politico, nel senso più alto del termine. Perché quando la burocrazia decide di ignorare il contesto, le persone, la storia di una comunità, smette di essere uno strumento dello Stato e diventa un ostacolo. E quando un commissario, chiamato a traghettare un ente senza scosse, finisce per creare un conflitto sociale, allora non sta adempiendo al proprio mandato.

La Pro Loco non chiede privilegi. Chiede continuità, rispetto e responsabilità. Chiede che non venga cancellato con un atto di inerzia ciò che era stato costruito attraverso il confronto democratico. Chiede che non sia la rigidità amministrativa a dettare l’agenda di un paese già provato da una crisi politica.

È legittimo domandarsi se questa gestione commissariale stia davvero servendo Castelletto d’Orba o se, al contrario, stia alimentando una deriva pericolosa: quella per cui la burocrazia si sente autorizzata a disfare ciò che la democrazia ha deciso. Un vizio sempre più diffuso nelle istituzioni del dopo-Bassanini, dove la responsabilità viene sostituita dal formalismo e il buon senso archiviato come un fastidio.

A conferma che il tema non è né locale né marginale, giovedì scorso, durante la trasmissione radiofonica Il tutto per tutti di Radio Voce Spazio, il rapporto tra burocrazia e democrazia è stato discusso apertamente dall’autore di questo editoriale insieme al direttore della testata, Ivo Piccinini. Le conclusioni sono state chiare e convergenti: la burocrazia serve la democrazia, non il contrario. Nel corso della trasmissione è stata anche avanzata una proposta esplicita al legislatore: rimettere mano alla legge 142/90, rivedere la divisione delle competenze nelle amministrazioni locali e riformare il ruolo della dirigenza rispetto agli eletti dai cittadini. Perché quando questo equilibrio si spezza, a essere compromessa non è solo l’efficienza amministrativa, ma la stessa sovranità democratica.

Lo Stato non è un timbro. È una presenza. E quando questa presenza diventa sorda, distante e immobile, la protesta non è solo legittima: è doverosa.

 

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria