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06/03/2013

Per salvare Aspal, riaprite Al.Tri.

Ma non solo, perché l'azienda di riscossione comunale potrebbe far incassare oltre un miliardo in 10 anni, scoprire l'evasione e gli immobili fantasma. Mentre il nulla...

   

Per salvare Aspal, riaprite Al.Tri.

Nella ormai pluricitata nota del Ministero dell’Interno sul Bilancio stabilmente riequilibrato (che equilibrato non è) si legge, ad un certo punto, un passaggio interessante: “Si chiede di conoscere se l’Ente abbia predisposto e avviato un programma finalizzato al recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale”. Se interessa al lettore, le parole sono sottolineate.
Ancora un indizio: si legge sul Sole 24 Ore di lunedì 25 febbraio, in un articolo dedicato al debito dei Comuni in crisi, che però non sono in dissesto, ma hanno fatto accesso a vario titolo al fondo di rotazione (circa 550 milioni di euro) messo a disposizione dal Governo Monti, che: “il problema, a Napoli come a Catania, a Reggio Calabria come a Cosenza, è che la riscossione è sempre stata un problema e trasformare in incassi effettivi gli aumenti matematici calcolati sulle aliquote non sarà semplice. Gli stessi ostacoli si incontreranno nel pagamento delle maxitariffe per servizi che spesso hanno più di un inciampo”. E tutto ciò senza contare ciò che il Ministero chiede, cioè la lotta all’evasione. In Alessandria gli immobili fantasma, non conosciuti al catasto e quindi neppure all’IMU, sono oltre 3000.
Ma apriamo ancora una parentesi: Alessandria è in dissesto per un debito di circa 60 milioni di euro. Fin qui pare che più di uno confermi la cifra, mentre non sono in dissesto Napoli con 3,17 miliardi di debito (Torino è sullo stesso passo), Foggia con 368 milioni, Catania con 528,8 milioni, Messina con 392,4 e via di seguito.
Ora tutti questi Comuni, compresa Alessandria, non solo hanno il problema di porre le tasse al massino consentito, ma anche di incassarle. E il Sole 24 Ore certifica la difficoltà.
Alessandria, fino al 20 giugno 2012, si era dotata di una società di riscossione, che era ad un passo dal partire prima della campagna elettorale ed è stata troppo frettolosamente messa in liquidazione dalla giuntarossa. Al.Tri. (Alessandria Tributi), questo il nome della società avrebbe quindi in un colpo risolto i due problemi sopraesposti (e se il Ministero chiede vuol dire che o i piani non ci sono o sono insufficienti oppure non sono neppure stati trasmessi), con minor spesa di quella che il Comune dovrebbe affrontare per chiuderla. Infatti, oltre allo spreco di risorse pubbliche spese per mettere la società in condizioni di operare, occorre aggiungere la richiesta danni da parte di alcuni fornitori che sono stati chiamati da Al.Tri. ad intervenire su immobili da affittare o sul sistema informatico e che la repentina ed inopinata decisione della giuntarossa (che poi il Consiglio ha adottato) ha interrotto nel bel mezzo della prestazione richiesta.
Chiaro che diventi assai oneroso chiudere la società e che il milione potenziale di euro dichiarato a viva voce dal dimissionario assessore Bianchi è vicino alla realtà, ma è anche uno spreco che si è scientemente scelto di condurre.
Al.Tri. però darebbe un ulteriore innegabile vantaggio: consentirebbe di assorbire il nucleo di personale del Sit (attualmente all’Aspal, ma in difficoltà occupazionale), in quanto la società di riscossione è fortemente computer-oriented se non altro perché lavora su incroci di banche dati informatiche e gestisce tutti i ruoli in digitale. Senza parlare ovviamente del servizio tributi di Aspal che naturaliter rientra in Al.Tri.
Allora la proposta è semplicissima: fermare la liquidazione di Al.Tri. e farla ripartire immediatamente. Ci giochiamo un milione di euro contro un miliardo di euro che è, per difetto, quanto potrebbe incassare la società in dieci anni ai valori attuali. In caso contrario butteremo un milione dalla finestra senza avere nulla in mano. Neppure per rispondere al Ministero.


Piercarlo Fabbio
Presidente Gruppo PDL
Comune di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria