In Consiglio Provinciale l'assessore Comaschi e un insicuro presidente Barosini hanno dato la loro versione dei fatti sull'occultamento "tattico" della Pronuncia della sezione di Controllo della Corte dei Conti contro la Provincia. Pochi giorni di oscuramento, ma serviti per evitare che la notizia potesse condizionare il voto in negativo per la vicepresidente Rossa, in lizza come candidato sindaco. Che così invece ha potuto, senza alcun neo conosciuto, condurre la sua campagna elettorale senza grossi patemi d'animo.

Secondo i nostri prodi ovviamente non sarebbe successo niente, nonostante il tenore delle questioni sia pari a quello contestato al Comune di Alessandria dove invece è venuto fuori il finimondo tra polemiche, giornali che pressavano per mesi (e continuano a farlo), Procure all'assalto del Fort Apache di Palazzo Rosso, opinione pubblica stressata ogni giorno dallo stesso tema, Amministratori pubblici alla gogna.

Per la Provincia, invece, tutto ovattato: le accuse diventano paternali rimbrotti, le cifre di svariate decine di milioni di euro si leggono con levità al punto che "quasi non sono". Poco importa che, nel caso alcuni residui attivi venissero cancellati come suggerisce la Corte, andrebbero a costituire disavanzo per un Ente che già non si riesce a comprendere a che serva (e infatti non lo si elegge neppure più), ci manca ancora che costruisca debiti milionari.

A ciò si aggiunga che in questo Paese c'è un difetto grave: sinistra e destra non sono certo trattate nella stessa maniera!

Piercarlo Fabbio