5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

Bersani ha sancito in questi giorni una nuova preclusione, riferendosi probabilmente al modello prima Repubblica che vedeva un arco costituzionale di partiti utilizzabili per il Paese e il Movimento Sociale Italiano, erede del fascismo, ad aspettare fuori dalla porta. Persino nelle assemblee studentesche venivano esclusi i ragazzi che in qualche modo si riferivano alla destra. Così il Paese ha vissuto di un arto mancante, fino a soffrire per la sindrome dell'arto mancante, cioè quella particolare condizione che ti fa pensare di avere l'arto anche se in realtà non ce l'hai. Poi sono arrivati Fiuggi, Berlusconi, la Lega, l'UDC e il Paese ha riconquistato il suo arto vero e proprio. La situazione comunque non è cambiata: prima vinceva sempre la DC e perdeva il PCI, dopo vinceva sempre il centrodestra e il centrosinistra, per governare, si è accontentato di qualche pareggio favorevole. Ora pare iniziata una fase nuova, ma antica. Il PD vale come il PDL, ma la legge elettorale lo ha favorito nei seggi e quindi comanda. Primo obiettivo: tagliare un arto faticosamente conquistato al Paese: via il PDL, che è una cancrena. Non c'è maggioranza al Senato? Pazienza, meglio vivere alla giornata con un governicchio piuttosto che riconoscere il voto di 10 milioni di italiani. Una volta De Gasperi e Togliatti, Moro, Andreotti e Berlinguer si mettevano d'accordo superando le loro profonde differenze quando il Paese ne aveva bisogno. Però, vogliamo mettere? Oggi c'è Pierluigi Bersani. Un nome da ricordare, un limpido metodo per governare il Paese... del resto l'uomo dovrebbe imparare dai suoi stessi errori.

(129) Alessandria 27 marzo 2013