5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

L'assessore Puleio, per gli amici (tra cui noi) "Nuccio", si è dimesso. E lo ha fatto anche male. Per due ragioni. Intanto non ha messo la data sul foglio di dimissioni (errore gravissimo sottolineato puntualmente da un grottesco comunicato dell'Ufficio Stampa del Sindaco), e poi ha teso a dire che lui non ci sta a mandare a casa i lavoratori perché la Legge sul dissesto è "infausta" e fa pagare ai più deboli il peso del risanamento. Intanto chi ha detto, se non questa Giunta, che il risanamento andasse fatto con processi così accelerati, senza pensare ad alimentare l'erario con entrate straordinarie (vendite, alienazioni, introiti da concessioni e altro di creativo si potesse trovare per tenere in piedi il baraccone come fanno centinaia se non migliaia di Comuni italiani) e solo pensando che togliendo gli sprechi (che non c'erano, se ne sarà accorta, miope sindaca) e riempendosi la bocca di paroloni come trasparenza, etica, legalità (vedere l'unica delibera seria di questa Giunta che è illegittima, cioè la costituzione di "Costruire Insieme") tutto potesse andare a posto? No, era un problema diverso: se si tolgono i servizi, si devono togliere anche i lavoratori che li svolgono. E' già successo in Amiu - una quarantina di persone lasciate a casa senza risolvere nulla - e sta succedendo in Aspal, poi sarà la volta di ATM, non a caso il Consiglio di Amministrazione si è dimesso, e di TRA. Il domino delle partecipate però difficilmente lascerà indenne la Giunta. E Puleio, che fa politica dal tempo di "Lotta Continua", ha capito prima di altri che questo gioco non si può giocare con la retorica del dissesto, lasciando le tasche vuote ai lavoratori. E forse è il caso di ripensare ai processi troppo accelerati e sommari così cari alla sindaca di "Dissesto continua".

(121) Alessandria 19 febbraio 2013