5 righe… di giornata
 

di Piercarlo Fabbio

"A differenza dei tradizionali flussi migratori, dove a muoversi sono generalmente i giovani che partono da soli alla ricerca di fortuna, l'esodo giuliano-dalmata coinvolge i nuclei familiari" (Oliva). E tali famiglie accogliemmo anche in Alessandria. Cosa ci hanno dato in cambio? Il loro dolore? La loro tristezza? La nostalgia di una terra che non avrebbero più rivisto? La rabbia per aver perso tutti i loro averi? L'indignazione di non essere considerati italiani? Niente di tutto questo: arricchirono la nostra cultura, la nostra società, la nostra comunità di una insormontabile forza di vivere, di una volontà irrefrenabile di ripresa, di una naturale predisposizione all'integrarsi. Quelle famiglie, di cui noi conoscevamo i più giovani, ci insegnarono, suggerendocelo a bassa voce, senza alcuna prepotenza, che la dignità si vive e non si grida, ma tutti sapevamo che il dolore se lo tenevano dentro per evitare, nell'esternarlo, di minare con struggente malinconia una comunità che doveva riprendersi dai lutti e dalle distruzioni della guerra. E quando si è uguali nel dolore, lo si è anche nella gioia.

(116) Alessandria 10 febbraio 2013