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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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22/01/2009

Frascheta: un piano per rilanciare l'ambiente

Cosa intende fare AMAG dopo l'emergenza che ha caratterizzato l'acqua della zona per l'inquinamento da Cromo VI. Una rivoluzione nell'approccio ad un territorio per troppo tempo considerato compromesso e sul quale non si è mai intervenuto in modo decisivo

   

Frascheta: un piano per rilanciare l'ambiente

“FRASCHETA”
PIANO ORGANICO DI INTERVENTI
IN ZONA SPINETTA MARENGO (AL) E RIO LOVASSINA

 

A seguito dei gravi fenomeni di inquinamento del suolo e delle falde nella zona “Frascheta” di Alessandria, la Giunta Comunale, con Deliberazione n. 212 del 07/07/08 ha proceduto all’individuazione di un Soggetto Proponente, identificato nella società A.M.A.G. S.p.A. (Azienda Multiutility Acqua e Gas), al fine di redigere un piano di interventi e di predisporre gli atti necessari per far fronte alla problematica riscontrata.
Nell’incontro del 24/07/08, svoltosi a Roma presso il Ministero dell’Ambiente, tra il Sindaco di Alessandria, Prof. Piercarlo Fabbio, il Presidente dell’A.M.A.G. S.p.A., Lorenzo Repetto, e l’Avv. Luigi Pelagi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente, assistito dal Prof. Emilio Tassoni, a compendio delle attività avviate da A.M.A.G. S.p.A. di concerto con gli Enti preposti, l’Amministrazione Comunale si dichiarava pienamente disponibile a promuovere un Accordo di Programma che vedesse coinvolti, oltre al Ministero dell’Ambiente, la Regione, la Provincia, il Comune e le aziende private.
Per lo sviluppo di quanto sopra, A.M.A.G. ha costituito una Task Force di tecnici che, sulla base di studi ed analisi puntuali e approfondite, ha predisposto una bozza di piano operativo di interventi da eseguire nella “Frascheta”, per la definitiva messa in sicurezza, riqualificazione, recupero e nuovo sviluppo, del territorio così gravemente compromesso dalle precedenti attività.
Il piano - presentato a Roma al Ministero dell’Ambiente in data 15/01/09, a cura del Presidente Lorenzo Repetto, al Capo della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente Avv. Luigi Pelagi e al Consulente Tecnico del Ministero stesso, Prof. Emilio Tassoni - prevede:
­ la realizzazione di 11 pozzi spurgo (barriera) per intercettare le acque di falda inquinate che, così raccolte, vengono inviate ad uno specifico impianto chimico-fisico atto a rimuovere cromo e solventi;
­ la realizzazione di un impianto chimico-fisico per le acque di falda inquinate e un impianto di depurazione biologico della capacità di 120.000 ab/equivalenti che tratterà gli scarichi civili e industriali dell’ampia area della “Frascheta” a cui si aggiungeranno gli scarichi della zona D3, del quartiere Europa e dell’area di Alessandria 2000, in sponda sinistra della Bormida;
­ il completamento e l’interconnessione delle reti fognarie di S. Giuliano Vecchio e Nuovo, Castelceriolo, Lobbi, Spinetta Marengo, Litta Parodi, Cascinagrossa e Mandrogne mediante la realizzazione di un sistema di collettori principali con l’eliminazione dell’attuale impianto di depurazione di Lobbi;
­ il completamento della rete idrica nella zona della “Frascheta” mediante la realizzazione di estendimenti di rete e la costruzione degli avampozzi a servizio dei pozzi Molinetto e Rana con la conseguente realizzazione di un “anello idrico” che possa soddisfare tutte le esigenze idriche attuali e future;
­ la ricalibratura del Rio Lovassina, con rimozione delle melme di fondo inquinate, permettendo nel contempo un miglior deflusso; è prevista inoltre la realizzazione di un diversore di piena così da evitare il ripetersi di allagamenti nella zona di Spinetta Marengo;

­ lo sviluppo di un quadro ambientale complessivo e di un piano di recupero ambientale che tenga conto delle esigenze della cittadinanza e, in particolare, di tutti gli abitanti dell’area.

Si tratta pertanto di un progetto che ha come scopo la valorizzazione dell’intera zona della “Frascheta” attraverso uno sviluppo economico, sociale ed ambientale tale da garantire alle attività produttive un contesto in cui crescere e svilupparsi, con un evidente ritorno in termini di sviluppo occupazionale per tutto il territorio alessandrino, e che si armonizzi con l’ambiente al fine di mirare ad un netto miglioramento della qualità di vita degli abitanti.


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