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Sulla vicenda un po’
schizofrenica della sede dell’ASL provinciale unica a Casale, dove tutto si
regge, forse, su una telefonata di Madama Bresso ad un operatore politico
casalese, non so effettivamente se sia il caso di intervenire.
Vista però la pervicacia con la quale il Presidente della Provincia (?) di
Alessandria, Paolo Filippi, ci si butta a capofitto, penso sia il caso di far
conoscere il pensiero della comunità del capoluogo di provincia.
Innanzitutto ricordando a Filippi che, fino a voto contrario, il Consiglio
Provinciale ha adottato una risoluzione per la quale chiedeva alla Regione
Piemonte l’istituzione di due ASL: una casalese ed una alessandrina. Se Filippi
non vuol essere considerato il Presidente della circoscrizione di Casale, si
attenga all’indirizzo datogli dal suo Consiglio, che, badate bene, è vincolante.
Le altre dichiarazioni rilasciate in questi giorni sulle colonne de “Il
Monferrato”, che inneggiano alla grande perspicacia della governatrice
piemontese, capace di trovare una soluzione ad un rebus mai scritto, possono
certo essere un omaggio alla comunità casalese, comprensibile, ma innanzitutto
danno il segno di un atteggiamento poco serio politicamente.
Che senso avrebbe dire che la proposta va sottratta al teatrino della politica?
Perché Filippi fa parte del teatrino dei pupi o di quello della società civile,
forse? Che significato ha dire che adesso la proposta va riempita di contenuti?
Perché sarebbe forse una proposta istituzionale, quella che scaturisce da una
telefonata? Casomai è traffico per Telecom.
Se la Bresso vuole cambiare le carte che lei stessa ha scritto, ne elabori delle
altre, le sottoponga alla valutazione del Consiglio Regionale, dei Sindaci,
degli operatori sanitari, dei cittadini interessati, ma intanto giustifichi,
motivi il perché di questo repentino cambiamento. Non spetta a me spiegare alla
Bresso, come si articola e si modula un atto pubblico, come si prende una
decisione che riguarda la salute di decine di migliaia di cittadini.
Una telefonata informale, pochi minuti prima di volare in Brasile per uno dei
tanti (troppi) viaggi istituzionali, non sta alla democrazia, né alla
partecipazione, né al rispetto delle istituzioni, né alla considerazione di
oltre 190 sindaci che sono autorità di sanità pubblica nel loro territorio ed
hanno il diritto-dovere di parlare. Se finora non è ancora stata sfiorata la
rivolta istituzionale è solo perché molti Sindaci sanno che in Italia – ed ora
anche in Piemonte dopo il duetto Bresso-Filippi – la situazione è drammatica, ma
non seria.
E visto che ognuno è vincolato ai deliberati dei propri organi consiliari di
riferimento, comunico alle autorità istituzionali interessate che, pochi mesi
fa, il Consiglio Comunale di Alessandria ha votato un ordine del giorno in cui,
valutando la questione dell’ASL unica, dichiarava a chiare lettere che la sede
dovesse essere in Alessandria. Naturalmente.
A questa dunque mi attengo. Chiederò un incontro alla professoressa presidente
Mercedes Bresso, per tante questioni che attengono alla gestione della sanità in
Alessandria, non ultima quella inerente all’Ospedale e alle sue denunciate
magagne, aggiungendovi anche la postilla della sede dell’ASL unica, ricordando,
ma senza acredine con i casalesi, che il capoluogo di provincia è ancora
Alessandria. Che la Signora della Regione ne tenga conto… basta essere versati
in geografia… nulla di più!
Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria
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