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Tutto ha origine, ed
è una linea di demarcazione culturale, dall’alluvione del 6 novembre 1994.
Il Museo di via Rettoria 13, al quartiere Orti, tra i più segnati
drammaticamente dall’esondazione del Tanaro, nasce nell’aprile dell’anno dopo
per volontà e determinazione di Gianna Calcagno e
Tiziano Rosi, geologo, cui, sabato pomeriggio, è stato intitolato il
rinnovato laboratorio multimediale. Uno spazio esclusivo riservato e dedicato al
fiume, “quel fiume – ha sottolineato il sindaco Piercarlo Fabbio – che
era fino a quel novembre di 17 anni fa era qualcosa di distante, non entrava
nella nostra cultura, era una questione marginale di poche persone. Poi
l’alluvione ci scuote e ci fa capire come siamo ignoranti sul suo rapporto con
la città, su una lunga storia in cui ci manca l’elemento naturalistico. Ma con
Rosi arrivano le prime risposte, piano piano ci aiuta a mettere insieme le
tessere. Cosi iniziano a essere usate parole, come portata o scabrezza, che non
conoscevamo, oppure laminazione che Tiziano sa usare dolcemente. Fino
all’apertura del Museo, che proprio per questo, è un pezzo di alessandrinità da
cui non si può più prescindere. Il luogo di una ritrovata cultura dell’armonia
umana verso la natura; un dono che va rimarcato e sottolineato”. |