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Sabato 10 maggio 2025

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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03/11/2004

Tra federalismo e devolution

Forza Italia – primo firmatario Piercarlo Fabbio – presenta un ordine del giorno al Consiglio Provinciale sul DDL di riforma costituzionale approvato dalla Camera il 15 ottobre scorso.

   

Tra federalismo e devolution

Il gruppo consiliare di Forza Italia, in Provincia di Alessandria, ha presentato un ordine del giorno sul DDL di riforma costituzionale approvato dalla Camera il 15 ottobre scorso. Sarà iscritto all’ordine del Giorno del prossimo Consiglio Provinciale di lunedì 8 novembre. Piercarlo Fabbio, estensore e primo firmatario del documento, che ha già raccolto la firma del collega Aldo Visca, sottolinea: “C’è un poco la tendenza a partecipare al dibattito politico nazionale a tutto campo, pure nelle fasi di “de iure condendo”. Accettiamo la sfida propostaci dalla maggioranza su questi temi. D’ora in poi pensiamo di controdedurre, anziché semplicemente in aula su documenti altrui, con nostre elaborazioni della materia in questione. Ci aspettiamo dal Consiglio Provinciale un atteggiamento aperto e disponibile anche alla verifica ed eventuale accettazione delle nostre istanze”.

Ecco il testo del documento:

Il Consiglio Provinciale di Alessandria

Premesso

che il Disegno di Legge di iniziativa governativa in materia di Revisione Costituzionale, approvato in sede di prima deliberazione dalla Camera dei Deputati venerdì 15 ottobre modifica la seconda parte della Costituzione, presentando un quadro più equilibrato dell’attuale vigente, approvato dall’Ulivo nella trascorsa XIII Legislatura;

 

Valutato

con soddisfazione che il nuovo testo ha introdotto la clausola dell’interesse nazionale, riportando alcune importantissime materie alla competenza dello Stato come le grandi reti di trasporto, il sistema delle comunicazioni, gli ordini professionali, il sistema sportivo, la rete produttiva e distributiva dell’energia, mentre materie come la scuola e la sanità sono sottoposte a leggi quadro nazionali e la polizia locale ha carattere amministrativo. Il DDL soddisfa comunque il bisogno di libertà e di autonomia decisionale espressa nella forma federale, senza minimamente intaccare il principio dell’unità e della solidarietà nazionale;

 

Ritenuto che

  1. la precedente riforma costituzionale della Parte Seconda, Titolo V abbia finora prodotto un federalismo confusionario e pasticciato, che ha conseguentemente provocato un contenzioso perenne tra i vari livelli istituzionali (in particolare Stato e Regioni), con la conseguenza fattuale di un’infinita serie di ricorsi alla Corte Costituzionale, che ha così surrettiziamente assunto un ruolo legiferante non assegnatole dalla Costituzione. La proposta di modifica dell’art. 127 attribuisce ora al Governo, attraverso il Parlamento, il potere di contestare ed eventualmente cassare quei provvedimenti delle amministrazioni locali considerati in contrasto con l’interesse nazionale, sui quali il Presidente della Repubblica pronuncerà il definitivo annullamento. Il Senato federale sarà il luogo fisiologico di coordinamento tra Stato ed Enti Locali, mentre la Conferenza Stato-Regioni, cui è stata attribuita dignità costituzionale, diventerà la camera di compensazione dei conflitti in essere;

  2. a far da contrappeso al premierato forte si sia definita una chiara procedura di sfiducia costruttiva. Diventa impossibile, durante la legislatura, nel pieno rispetto del voto conferito dagli elettori, il costituirsi di maggioranze diverse da quelle decise dai risultati delle urne. Neppure il premier avrà un potere del genere, visto che la riforma prevede che il Primo Ministro debba dimettersi anche nel caso in cui una mozione di sfiducia nei suoi confronti venga respinta grazie al voto determinante dei parlamentari dell’opposizione. In aggiunta il Primo ministro è indebolito sia dai poteri assegnati alla “minoranza della maggioranza”, sia da quelli del Senato federale, che non ha una maggioranza ed è completamente slegato dal rapporto fiduciario con il Governo;

  3. il cosiddetto bicameralismo perfetto sia stato superato: la Camera sarà competente sulle leggi che vertono sulle materie di competenza statale e il Senato federale lo sarà per le materie a competenza concorrente tra Stato e Regioni: il nuovo modello di bicameralismo si fonda su nuovi istituti: per esempio i conflitti di competenza tra Camera e Senato saranno risolti dai Presidenti delle due Assemblee o da una commissione mista di deputati e senatori; lo stesso premier potrà richiedere al Presidente della Repubblica, ove ritenga che un provvedimento del Senato federale sia essenziale per il programma di Governo, che detta legge sia assegnata alla Camera dei Deputati. In aggiunta il numero dei Parlamentari sarà ridotto;

  4. il DDL confermi il Presidente della Repubblica nel suo ruolo di garanzia di unità nazionale e di controllo del rispetto delle regole scritte nella Costituzione. Il potere di scioglimento delle Camere – oggi più formale che sostanziale, in quanto usato soprattutto dai partiti – che sarà in capo al premier, è potere sottoposto alla sua maggioranza, che può bloccarlo eleggendo un nuovo premier;

  5. il federalismo fiscale diventi più cogente, in quanto la sua applicazione viene garantita entro tre anni, e si chiarifichi la differenza tra autonomia impositiva ed imposizione aggiuntiva;

Auspica che

pur se l’art. 138 concede, sia nella forma, sia nella sostanza, sia nella prassi alla maggioranza - fatto salvo il ricorso al Referendum confermativo - di portare a termine una riforma come quella attuale, che non mette in discussione la natura parlamentare della forma di Governo, si generino intorno al DDL di Riforma ampie intese e che la forza del dialogo prevalga su contrapposizioni che invece continuano a radicalizzare lo scontro multipolare tra le forze politiche. Il confronto sulla Riforma Costituzionale serve sia alla maggioranza, sia all’opposizione per ridurre gli effetti della rissa continua in cui rischia di vivere il Paese;

 

impegna la Presidenza del consiglio Provinciale e la Giunta

a promuovere occasioni di comprensione e di conoscenza del testo e della ratio del DDL di Revisione Costituzionale, al fine di raggiungere gli obiettivi sopra richiamati, rifuggendo mobilitazioni militanti fondate più sulle parole d’ordine di alcuni settori del sistema politico italiano, piuttosto che sugli indispensabili approfondimenti e riflessioni che un corpus di norme fondamentali pone a tutta la comunità provinciale, che si indirizza così a quella partecipazione al dibattito politico nazionale sancito dall’art. 49 della nostra Carta Costituzionale.

Piercarlo Fabbio

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria