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Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria

   
   

   

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12/10/2011

A carte scoperte 16

Dal gioco di società dell'"invece" alla costruzione del ponte Meier, nella ricerca dei bastian contrari e dei santommasi locali

   

A carte scoperte 16

A carte scoperte 16 – 15 luglio 2011

 

La rubrica del sindaco Fabbio su "Il Piccolo"

 

Tutti dalla stessa parte?

 

Ognuno, nella vita, ha le sue priorità, vede i suoi problemi come i più importanti, tende a farli prevalere su quelli degli altri, senza porsi neppure un interrogativo, senza coltivare neppure un dubbio.
Volete qualche esempio? Se si asfalta una via non è quasi mai quella che si sarebbe dovuto aggiustare, con l'eccezione di coloro che vi risiedono o che la utilizzano quotidianamente. Se abbellisci la città era meglio far d'altro visto i tempi difficili che corriamo. Se dici che costruirai il ponte sul Tanaro non sarà vero fin che non inizierai i lavori. Qui ho registrato anche critici raffinatissimi: il ponte precedente non avrebbe dovuto essere abbattuto, ma questo nuovo è inutile costruirlo visto che non serve, anzi fermiamo pure una procedura iniziata di fatto due anni fa per cambiare tutto e gettare tra le due sponde una semplice passerella pedonale... Sono solo alcuni esempi, per nulla esaustivi, che fanno capire la ricchezza delle posizioni che si devono considerare nell'assumere una decisione. In ultima analisi anche la fantasia degli alessandrini e la loro professionalità nell'imbastire critiche e parlamentari da ambienti minimi. Ma si può alla fine considerare questi particolarismi come elementi preponderanti di una decisione generale?
È un lusso che un pubblico amministratore non si può permettere, e non lo fa perché non conosce la particolare situazione segnalatagli da un concittadino, ma perché, avendola già vagliata, ha dovuto decidere in altra direzione valutata più urgente, più congrua alle risorse disponibile, più coerente ed integrativa rispetto ad altri interventi o altro ancora.
Come fare dunque per stare tutti dalla stessa parte, cioè quella della crescita e dello sviluppo della città, del suo abbellimento, del suo modo di apparire e mostrarsi agli altri? Non è così automatico. Bisogna innanzitutto guardarsi in giro e valutare il tutto e non solo il particolare. È il primo degli esercizi da condurre. Il secondo è quello della pazienza. Ci sono opere, come il ponte Meier, che hanno bisogno di una marcia di avvicinamento temporalmente pari alla sua effettiva costruzione, ma già essa è costruzione, in quanto elemento indispensabile alla stessa. Potrei dire che un'opera come il ponte Meier ha due momenti: uno immerso (il protocollo d'intesa, l'accordo di programma, il finanziamento, l'appalto europeo, l'assegnazione dell'opera al costruttore) e uno emerso, che va dal cantiere alla costruzione vera e propria, ai collaudi, alla consegna dell'opera nei tempi predeterminati. Il secondo è visibile a tutti, il primo solo a chi vuole andarsi a vedere atti e provvedimenti, nonostante la trasparenza delle procedure.
Ecco ora siamo arrivati a vedere le prime propaggini della parte emersa e possiamo, magari, anziché stare dalla stessa parte, dividerci sulle due sponde, sicuri che qualcosa, un ponte, perché no, ci riunirà. Buona fortuna Alessandria, un pezzo della tua nuova storia si sta scrivendo, non farti sfuggire l'occasione...

 

 

Piercarlo Fabbio
Sindaco di Alessandria

 

 

 

 

 

Piercarlo Fabbio Sindaco di Alessandria